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Il Coronavirus ha scatenato una formidabile selezione di chi fa impresa.

Come creare le condizioni perchè si possa ripartire e rilanciare meglio.

Un’ipotesi suggestiva per l’Italia riparte in uno scenario molto complicato, con il rischio di una crisi economica gravissima, in autunno. Mancano ancora punti di riferimento per identificare strategie, ma sopratutto mancano adeguate risorse, con l’aggravante che quelle che il Governo ha potuto mettere in campo, non arriveranno con tutta la velocità che servirebbe. Questo terremota ulteriormente le capacità di recupero dei tanti che fino al lockdown si impegnavano e riuscivano ad affermare la propria attività con successo.

Inutile pensare all’Italia che c’era fino a Febbraio (sembra passato un secolo); vista la situazione in cui siamo, è urgente reagire a questo cambio di paradigma, con una sterzata per evitare il baratro che abbiamo davanti. Molto potrebbero fare gli italiani, se si danno rapidamente una scossa, perchè hanno la duttilità e la creatività per farlo.

Un’ipotesi propulsiva consiste, una volta usciti dalla calma lodevole del lockdown, nel fare tutti, come sono obbligate a fare le start-up quando vedono che il modello di business che hanno scelto, non le fa crescere e che stanno finendo i soldi. Se vogliono sopravvivere ed affermarsi, devono farsi venire molto rapidamente delle nuove idee, che non erano previste, e metterle subito in pratica, con le risorse che hanno (in gergo preso dal basket: fare pivot o pivottare). L’efficacia di queste idee e la rapidità dell’esecuzione sono fattori di successo. Tutte, comprese quelle di maggior successo, nella fase iniziale della loro vita, si trovano a dover pivottare, anche più volte.

PIVOT è quello che ora dovrebbero fare tutti gli italiani, a livello personale. Come se fossimo milioni di start-up individuali, ognuno si può impegnare ad ottimizzare il suo perimetro di azione, in qualità e quantità. Se quello che fa non è più in sincrono con lo scenario post-Coronavirus, si può cercare e trovare un’alternativa possibile, continuando a pivottare fino a quando i risultati iniziano a comparie. L’obiettivo è generare in tempi brevi, con quello che si dispone, valore aggiunto per mantenere o costituire, direttamente od indirettamente, reddito per sè e PIl per l’Italia.

Detta così sembra un’ipotesi velleitaria ed invece è nelle corde degli italiani, lo hanno dimostrato più volte nei momenti di calamità. Anzi, da quello che vedo molti hanno già cominciato a farlo, in questi pochi giorni di avvio della ripartenza. Per avere un forte effetto però, lo dovrebbero fare tutti, in modo che sia il movimento di un’intera nazione che si dà da fare, compattamente, per superare la realtà destabilizzante in cui improvvisamente siamo piombati. Naturalmente, come sempre accade, molti ci riusciranno, altri no, ma sarà la coralità dell’impegno, dello sforzo e delle azioni, a generare in ogni caso il balzo che serve.

Parallelamente le tante persone che durante la loro vita attiva, hanno maturato esperienze significative di qualunque tipo, è ora che le mettano a disposizione di chi ne ha meno, per far guadagnare tempo ed evitare che vengano ripetuti inutilmente errori già fatti da qualcuno. Rimettere in circolo esperienze preziose, sarebbe un acceleratore formidabile a costo zero. E’ vero che sono esperienze pre-Coronavirus, ma anche se il mondo è cambiato molto, possono essere comunque spunto di reintepretazione creativa e, poi, diffuse facilmente via web. Questo avrebbe anche l’effetto virtuoso e non secondario, di rinsaldare la solidarietà tra generazioni, quella che sta alla base di ogni comunità e che negli ultimi anni stavamo un pò perdendo. La call to action è quindi per tutti: pivottare rapidamente, perchè il tempo è poco, ma insieme possiamo fare tanto.

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