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ALESSANDRO PIZZUTI: un brevetto a salvaguardia dell'acqua potabile

Le variazioni del clima a cui assistiamo impotenti avvicinano i nostri luoghi di vita, sempre più, alle zone tropicali.

L’ing. Alessandro Pizzuti risponde con un brevetto alla carenza di acqua potabile.
In regime di austerity, certamente non voluto ma indotto dalle circostanze, sono molteplici le aree di interesse che registrano l’impegno di ricercatori “illuminati” il cui lavoro meriterebbe la giusta attenzione da parte di quanti siano preposti ad affrontare (e risolvere) i tanti problemi derivanti dalla sempre più crescente domanda di “ottimizzazione” delle risorse naturali nelle più svariate declinazioni dei relativi campi di applicazione.

Una delle aree in questione è sicuramente rappresentata dalla disponibilità (e gestione) dell’acqua potabile.
Le variazioni del clima a cui assistiamo impotenti avvicinano i nostri luoghi di vita, sempre più, alle zone tropicali.
I mesi da sempre ritenuti i più piovosi si presentano come sequenze di splendide giornate senza nuvole, con rade ed improvvise irruzioni di tempeste violente, allagamenti, danni incontenibili e, di conseguenza, depauperamento dei suoli ed abbattimento di vegetazione con asportazione di terreno fertile senza che da ciò risulti alcun beneficio nell’accumulo idrico nelle falde, unico serbatoio naturale per le sorgenti ed i corsi d’acqua.

Nelle nostre città, per lo più approvvigionate da secoli con acquedotti idonei per le necessità vitali della popolazione, non è raro verificare una carenza di afflusso di acqua potabile che si ripete di anno in anno con maggior gravità.
A tale riguardo incontriamo a Roma, nella sua officina meccanica-industriale, l’Ing. Alessandro Pizzuti, una storia personale e professionale votata alla ricerca fin dai primi anni 70 passando dalla costruzione industriale agli impianti termici speciali, dalla progettazione, realizzazione e fornitura di apparecchiature meccaniche e strumentali ai generatori sperimentali per fusione nucleare, dalle strutture per generatori di fasci Laser ai generatori laser ad eccimeri e tanto altro ancora nel corso degli anni fino all’impegno più recente che lo vede attivo nello studio dei metodi di recupero dei beni culturali librari, nella realizzazione di impianto di liofilizzazione per essiccazione, nella realizzazione di celle per l’umidificazione delle carte antiche, nello studio di metodi di sterilizzazione e nella costruzione di impianto autoclave per
disinfestazione beni culturali.

L’Ing. Pizzuti, in considerazione, da un lato, dell’ingente utilizzo e spreco di acqua potabile e, dall’altro, delle ricorrenti notizie di un fabbisogno non sempre soddisfatto ha messo a punto un impianto domestico (e non solo) in grado di
ottimizzare quanto più possibile il consumo dell’acqua potabile ottenendo, contestualmente, un risparmio economico di assoluto interesse.

Di seguito la spiegazione tecnica raccolta dall’Ing. Pizzuti tramite lo Studio Del Vecchio (che lo supporta per la comunicazione e le pubbliche relazioni) per la cui applicazione è stato depositato un brevetto che ne garantisce facilità di utilizzo, sostenibilità nei costi di impianto e di installazione.

“Da molti anni uno degli utilizzi di acqua più comuni, il piccolo accumulo per il risciacquo dei servizi igienici, grazie alla disponibilità, è stato realizzato in tutte le case con acqua prelevata dall’acquedotto comunale, acqua potabile, preventivamente prelevata, accumulata, condotta, filtrata, depurata, quindi gravata di valori aggiunti che oggi pesano alquanto sulle tasche degli utenti.
Ancor più pesante, nei tempi recenti, si rivela la scarsità dei flussi d’acqua, che costringe non pochi Comuni a delimitare gli orari di erogazione, specie nei mesi estivi.
In molti Comuni vige un regolamento edilizio che costringe chi opera una ristrutturazione dei propri impianti idrici domestici, oltre naturalmente a chi realizza nuove costruzioni, ad installare apparecchi che consentano un risparmio dell’acqua utilizzata per gli scarichi dotati della possibilità di effettuarli in modalità differenziata in base alle esigenze.
Tutti conosciamo gli sciacquoni a due pulsanti e purtroppo verifichiamo quotidianamente come siano spesso non funzionanti e non mantenuti in efficienza.
Da più di sessanta anni esiste un apparecchio, costruito in Italia centrale, che risulta di grande efficienza, quasi esente da manutenzione, insensibile alla manovre di azionamento più o meno violente da parte degli utenti, realizzato con ceramica e tubi metallici, pochissima plastica.
Il famoso pulsante metallico a muro che comanda la cassetta di accumulo installata presso il solaio.
Da questa considerazione è nato un apparecchio accessorio estremamente semplice, di nessun ingombro esterno,
posizionabile da chiunque, non necessariamente idraulico o competente di rubinetteria od altro, che realizza automaticamente la suddivisione del flusso di risciacquo in due fasi successive, di cui la seconda solo al ripetersi del comando.
Nella pratica con la prima pressione del pulsante si ottiene uno scarico breve, regolabile all’installazione.
In caso di necessità si può ripetere il comando e si completa lo scarico senza attendere la ricarica.
Con una minima destrezza si può anche ottenere un effetto pulente amplificato dall’aria introdotta automaticamente tra i due comandi.
È tutto molto semplice.
Si consideri che una ristrutturazione di un bagno ha costi non inferiori ai 5000€, pertanto attendere che l’innumerevole quantità di apparecchi già installati ed attualmente funzionanti nelle case di più della metà dell’Italia, negli esercizi commerciali, uffici pubblici, scuole, alberghi venga sostituita da nuovi apparecchi dotati di doppio pulsante non è sicuramente la soluzione più opportuna.
Al contrario, la semplicissima applicazione dell’apparecchio accessorio indicato, che non comporta alcun tipo di modifica alla situazione esistente, né alcun apporto estetico visibile e con un costo paragonabile a quello di un nuovo rubinetto, potrebbe costituire una risorsa di enorme impatto sul risparmio dei consumi idrici, introducendo un immediato incremento, notevolmente consistente, della disponibilità di acqua potabile.


Un semplicissimo calcolo di questi valori può essere esplicativo.


Ogni persona aziona lo scarico, in media, cinque volte al giorno. In un paese con 50000 abitanti, solo per gli scarichi, valutando un risparmio di sei litri ad ogni scarico, si potrebbe ottenere come minimo:
6 x 5 x 50000 = 1.500.000 litri non scaricati pari a 1500 m3 al giorno.


La stima è molto cautelativa.


Il costo dell’operazione, valutando un numero di impianti nel paese considerato pari a 25.000 ed un costo omnicomprensivo di 20€ ad installazione, potrebbe stimarsi in 500.000€ (pari a 10 € per abitante)”.

A fine lettura non è difficile comprendere il valore sociale del progetto per il quale non si puo’ che sperare nella attenzione di chi, per ruolo o responsabilità istituzionale, abbia interesse a valutare ogni possibile occasione di beneficio che la ricerca puo’, in assoluto, rappresentare per le comunità coinvolte.

Francis Sodano - | CEO

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Francis Sodano
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