Creare il tuo personal branding per evitare equivoci
Come raccontavo in un post precedente, dedicato all’importanza dell’autoreferenzialità, c’è una fase iniziale nella quale è fondamentale che sia tu a creare il tuo personal branding. Che sia tu in prima persona a raccontare al mondo chi sei e cosa fai. Su questo facevo l’esempio di Cassius Clay, che ancora giovane e inesperto andava ripetendo ai giornalisti: “Sono il più grande, sono il campione del mondo”. Molti anni dopo, riferendosi a quelle dichiarazioni, allora decisamente sopra le righe, chiosò: “L’avevo già detto ancora prima di averlo saputo”.Senza essere sbruffoni o presuntuosi, all’inizio di un percorso di posizionamento personale ognuno deve essere contemporaneamente regista e attore del proprio lancio. È importante quindi che tu sia il referente di te stesso, libero di spiegare apertamente le competenze maturate e le soluzioni che hai in mente per risolvere i problemi del tuo target. La cosiddetta “promessa al mercato”. In questo modo non lascerai spazio alla percezione del momento, anticiperai eventuali equivoci o etichette distorte (persone che non capiscono che cosa fai e parlano di te in tutt’altro modo) ed eviterai che i concorrenti possano nel frattempo occupare la tua stessa nicchia di mercato.
Dall’autoreferenzialità si passerà in una fase successiva alla referenzialità: dopo un po’ di tempo, saranno i tuoi stessi clienti (ma anche solo conoscenti che ti apprezzano) a raccontare nel modo giusto ciò che fai, a spiegare agli altri che il più bravo ed esperto in quel determinato settore sei proprio tu. I messaggi iniziano a essere coerenti ed efficaci con ciò che sostieni.
Promesse concrete per creare il tuo personal branding
Per esperienza, abbiamo visto che questo in realtà non basta a conquistare (e mantenere) la leadership in una certa nicchia. Le persone devono poter rafforzare la loro idea su di te, essere convinte che le tue siano promesse concrete. Oltre a creare il tuo personal branding su quello che fai, devi dichiararlo al mercato e impegnarti a far sì che passi nel modo giusto.
Per generare questo risultato, servono le esperienze che confermino quanto stai dicendo. Come tra due persone che si conoscono: ci vuole un po’ di tempo per conquistare la piena fiducia dell’altro. Per evitare di diventare uno di quelli che “se la cantano e se la suonano”, è bene che tu faccia qualche riflessione sul tema delle credenze.
Quello che si fa con le strategie di personal branding è infatti proprio creare una credenza nel nostro target. Per evitare casi di “overpromise”, in cui le aspettative che generiamo sul mercato sono molto più alte di quanto siamo in grado di mantenere, è necessario che sia più vicina possibile al vero. Immagino avrai letto su Leader di te stesso, il best seller Mondadori di Roberto Re, che le convinzioni – ovvero l’essere certi riguardo a qualcosa – derivano da riferimenti personali (“mi è successo”, “l’ho visto con i miei occhi”), esterni (“me l’hanno detto”, “l’ho letto sul giornale”, “mio padre ha sempre fatto così”) e immaginari (basati cioè su nostre proiezioni mentali).
I passaggi per creare il tuo personal branding
Nel caso del tuo personal brand, per fornire al pubblico i riferimenti giusti dovrai lavorare su alcuni aspetti. Gli stessi sui quali il team di Stand Out si concentra per aiutare i clienti a far crescere e rinforzare il proprio personal brand. Vediamoli insieme:1) Sii coerente nella comunicazione
È uno degli errori più classici che si fa nel percorso di personal branding. I messaggi che raccontano chi sei e cosa fai devono essere univoci. C’è infatti chi si presenta una volta come blogger, una volta come giornalista, un’altra come autore di libri, ma anche come esperto di social media… La tua comunicazione deve rimanere coerente: “Sono esperto di questo e faccio questo”. Altrimenti la gente che ti ascolta non capisce e fa confusione. E soprattutto non ti associa a nulla e non si ricorda di te nei momenti topici di scelta.
2) Usa uno storytelling personale
Per sostenere ciò che stai dichiarando al mercato, utilizza un efficace storytelling di te stesso. Il racconto delle tue esperienze (del tuo modo di essere, delle cose che dici abitualmente) dimostrerà che il motivo per cui oggi sei diventato esperto in quella tale cosa, deriva dal percorso professionale (e personale), dalle abilità che hai sviluppato nello studio, dai valori che hai respirato nei posti in cui hai lavorato, dal carisma delle persone che hai conosciuto e dalle passioni che ti hanno guidato da sempre. Lo storytelling non è un curriculum ma una narrazione della tua storia, che va scritta e calibrata in base al pubblico che la recepisce. La logica della narrazione è lineare. Le persone possono così affermare: “Ecco, ora ho capito perché lui è così esperto in questa materia!”.
3) Produci contenuti di marketing
Questo è fondamentale. Devi dedicare del tempo e sviluppare delle abilità per fornire al tuo pubblico contenuti di qualità sulla materia di tua competenza. È un flusso di expertise che va veicolato costantemente attraverso canali diversi, in base al target che di volta in volta vuoi coinvolgere. Può avere senso dunque mantenere un blog, dove approfondire certe tematiche. Ed essere utile creare delle risorse gratuite (ebook, report, libri, video, rubrica sui giornali) facilmente scaricabili. Ricorda però una cosa: come detto al punto numero uno, i contenuti devono appartenere allo stesso argomento! Metti da parte le velleità di “tuttologo”, altrimenti torni… alla casella di partenza!
4) Crea eventi sulla tua materia
Attraverso momenti pubblici, aperti al target che ti interessa colpire, organizza periodicamente workshop, presentazioni, corsi, seminari, speech sugli argomenti di punta del tuo personal branding. Affermerai così a tutto il mondo – dal vivo e poi nei resoconti social – la tua specializzazione ed esperienza di qualità su una determinata materia.
5) Utilizza testimonianze (aziende e persone)
Ricerca e raccogli “prove” che confermino ciò che stai dicendo. Clienti, fornitori, collaboratori, partner che possano liberamente sostenere che tu sei “effettivamente esperto in quella cosa, che in quella determinata nicchia sei effettivamente il numero uno”. Persone che dicano o scrivano “Ho parlato con lui, e mi ha risolto quel problema” “Ho visto il suo corso e ho potuto dare così una svolta alla mia attività”.
6) Realizza delle case histories
Simili alle testimonianze, importantissime. La differenza però sta nel fatto che non sono gli altri a raccontare le tue qualità, ma sei tu che riassumi in una scheda (che andrebbero raccolte in un’apposita sezione del tuo sito) il tipo di lavoro che hai svolto con quel singolo cliente/partner. Partendo dal bisogno individuato, dalle conseguenze negative che hai evitato, dalle soluzioni che hai apportato e dai benefici che hai generato. Il tutto con un linguaggio essenziale ma ricco di riferimenti. Nel sito Stand Out, lo schema usato per le case histories è il seguente: Descrizione, Sfida, Soluzione, Risultati.
7) Usa il potere degli Influencer
Quali sono le persone influenti per il tuo target? Una volta individuati, devi operare un’azione persuasiva e lineare verso ognuno di loro. L’obiettivo è che l’influencer ti descriva in maniera corretta e parli di te al suo pubblico, facendo passare quella convinzione che rafforza la tua promessa al mercato. Siamo abituati a pensare in maniera distorta a questo argomento: non stiamo parlando qui solo di celebrity del mondo dello spettacolo, ma di personalità “ascoltate” dal nostro pubblico target.
8) Beneficia del raggio d’azione dei mass-media
Un articolo di giornale, un’intervista alla radio, un intervento televisivo, un post di un magazine online possiedono in sé un potenziale esplosivo, a patto che non vengano scritte cose a caso. Il giornalista deve aver individuato il giusto valore e il messaggio corretto con cui raccontare la tua attività ed esperienza. Nonostante la pervasività del web, i media tradizionali continuano in molti casi a mantenere un notevole carisma e a essere identificati come mezzi che veicolano messaggi di qualità. Sono passati dall’essere mezzi (Media appunto in latino) per raggiungere un pubblico, a creatori di autorevolezza e credibilità per il pubblico con cui sviluppi già una relazione più diretta, grazie ai canali social.
Quando il tuo ufficio stampa riesce a coinvolgere un giornalista e a interessarlo alla tua storia, parlandogli del progetto che non ti fa dormire la notte, dei risultati che stai avendo e delle persone che hai coinvolto nella tua avventura, allora starà facendo un ottimo lavoro e a breve i risultati non mancheranno.
Ciò non significa che è sufficiente uscire sui giornali per consolidare il tuo brand e mantenere il tuo posizionamento. Non è che hai “fatto Bingo” e puoi così smettere di faticare. In realtà, l’ottavo punto è una diretta conseguenza di tutti i sette che lo precedono. Sappi che i media parleranno in maniera corretta ed esaustiva di te in misura direttamente proporzionale all’uso che hai fatto dei punti precedenti. Ricordiamoli:1) Sii coerente nella comunicazione
2) Usa uno storytelling personale
3) Produci contenuti di marketing
4) Crea eventi sulla tua materia
5) Utilizza testimonianze (aziende e persone)
6) Realizza delle case histories
7) Usa il potere degli Influencer
8) Beneficia del raggio d’azione dei mass-media
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