Andrea Bertoni si presenta alle Regionali con un bagaglio professionale ampio, costruito nel mondo dell’imprenditoria. Dopo anni di attività tra sport, estetica, formazione e immobiliare, ha scelto di entrare in politica con un messaggio chiaro: riportare competenze e concretezza nella gestione della cosa pubblica.
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Andrea Bertoni, da imprenditore a candidato alle Regionali: quali motivazioni personali e professionali l’hanno spinta a questo passo e perché ha scelto di farlo proprio nella sua terra d’origine?
« Amo la Valle d’Aosta, Regione nella quale sono nato e risiedo. Credo in una politica che ascolta, che agisce e che rende conto delle proprie scelte. Mi candido per dare voce a chi si sente escluso, per costruire insieme una Valle d’Aosta più giusta, moderna e orgogliosa delle sue radici. So di poter portare al mio territorio e alla mia gente un nuovo modo di vedere la politica, non di sudditanza ma di crescita e condivisione dei risultati».
La sua proposta si fonda sulla cosiddetta “politica delle competenze”, un approccio che cerca di superare l’improvvisazione e le nomine per appartenenza politica, in favore di un sistema basato su professionalità ed efficienza.
Un approccio pragmatico alla gestione pubblica.
La sua esperienza copre settori molto diversi: sport, estetica, immobiliare e formazione. In che modo intende trasferire queste competenze nella gestione delle politiche regionali?
« Vede, credo che mai come oggi la politica, cosi come l’impresa e l’imprenditoria abbiano bisogno di competenze. Nelle mie aziende investo ogni anno il 10% del fatturato in Formazione per i miei Collaboratori. Accesso a fondi Europei e Statali, digitalizzazione, intelligenza artificiale, selezione e riqualifica del personale, marketing, programmazione. Oggi sono competenze che non possono più essere ignorate. Da troppi anni la nostra classe politica regionale ha ignorato questi temi, un po’ per comodità, un po’ per incompetenza…».
Parla spesso di “politica delle competenze”. Qual è la sua visione di questo approccio e come si traduce in proposte concrete per il futuro della Valle d’Aosta?
« Riguardo alle proposte concrete le faccio un esempio: nella sede della mia azienda a Verrès, in una zona a vocazione artigianale ed industriale non arriva la fibra. La fibra passa sul marciapiede ma da anni non viene collegata alle unità immobiliari, quindi usiamo tutti una sim 5g per la connessione. E’ assurdo. I comunicati stampa ufficiali ci danno connessi alla fibra ma non corrisponde al vero. Chi ricopre quel ruolo (digitalizzazione) non è competente; chi l’ha nominato? Ognuno si prenda le proprie responsabilità».
Ha scelto di candidarsi con Fratelli d’Italia: quali aspetti del manifesto e dei valori del partito ritiene più utili per costruire lo sviluppo della regione?
« Al primo posto metterei sicuramente la Sovranità popolare: l’Art 14 dello Statuto Speciale - legge costituzionale n. 4 del 26 febbraio 1948 recita: "Il territorio della Valle d'Aosta è posto fuori della linea doganale e costituisce zona franca". Le modalità di attuazione di questa zona franca sono state demandate a successive leggi dello Stato, in accordo con la Regione. Mai come oggi abbiamo la possibilità concreta di attuarla, di concerto con il Governo Centrale, che ha già manifestato massima disponibilità al riguardo e con il quale abbiamo un rapporto privilegiato mai avuto prima d’ora. Certamente aggiungo la tutela della famiglia e il ruolo centrale dei giovani».
Andrea Bertoni: «Una Valle d’Aosta moderna, giusta e orgogliosa delle radici»
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